MANIFESTA12 = PALERMO OLTRE

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manifesta12palermo

E’ stato inaugurato il 16 giugno 2018 l’atteso evento siciliano di Manifesta 12 con sede a Palermo, vastissima la panoramica delle mostre dislocate in 20 sedi come un museo diffuso con oltre 50 esposizioni sparse nella città coinvolgendo luoghi storici prestigiosi fuori dalla fruizione pubblica (chiusi da anni per degrado o in fase di restauro) e dal circuito espositivo tradizionale.

Palermo città tutta da riscoprire, con eventi espositivi e performativi che abbracciano una pluralità di medium, di video, di progetti urbani e letterari commissionati ad operatori dei vari campi della cultura e dell’arte, inseriti nel progetto della biennale nomade per eccellenza.

In questa occasione la Sicilia posta al centro del mediterraneo con Palermo Capitale della Cultura si è aperta e rigenerata come luogo attrattore della ricerca artistica contemporanea, ospitando la dodicesima edizione della Biennale Nomade Europea, dal titolo metaforico “Il Giardino Planetario – Coltivare la Coesistenza”.

L’operazione artistica e culturale Manifesta12 è stata fortemente voluta dal sindaco Leonluca Orlando e dall’Assessore alla Cultura Andrea Cusumano. Il progetto palermitano è stato condiviso e appoggiato da Hedwig Fijen storico dell’Arte, fondatrice e direttrice dal 1993 della biennale nomade Manifesta. La configurazione concettuale e curatoriale è stata firmata da quattro mediatori creativi di formazione interdisciplinare, l’olandese Bregtje van der Haak, lo spagnolo Andrés Jaques, la svizzera Mirjam Varadinis e l’italiano Ippolito Pestellini Laparelli, partner dello studio di architettura (OMA).

Di grande importanza la ricerca e lo studio urbanistico preliminare realizzato per Manifesta 12 affidato allo studio Office for Metropolitan Architecture (OMA) di Rotterdam che attraverso una ricerca urbanistica attuata sul campo ha dato vita ad una riflessione civica e sociale dal titolo Palermo Atlas da cui è scaturita una pubblicazione Libro/Rivista che rileva e raccoglie le varie emergenze della città, una mappatura che individua ed elabora dati, storie, testimonianze che sono i punti di forza e di debolezza della storica città di Palermo, individuando le negatività da correggere attraverso modalità più ragionevoli, una sfida lanciata alla collettività siciliana.

Dallo studio pre-Biennale Palermo Atlas come affermano i curatori emerge una Palermo città globale, la cui globalità tuttavia è di natura problematica, punto di convergenza di fenomeni transnazionali, quali il cambiamento climatico, il traffico illegale di persone e l’impatto simultaneo di fenomeni come il turismo e la migrazione. Da questo studio si dipana la linea portante dell’evento totale che i curatori hanno costruito per Il Giardino Planetario – Coltivare la Coesistenza come risposta critica alle urgenze delle mobilità internazionale e ai flussi migratori. Il progetto espositivo si articola in oltre quaranta partecipazioni suddivise in tre sezioni dal titolo: Garden of flows, Out of Control Room e City on Stage.

Notevoli le proposte progettuali scaturite, che convivono con il genius loci della città pronto a recepire le sollecitazioni culturali emerse dall’incontro tra realtà differenti.

In questa occasione un luogo del centro storico è diventato quartiere generale di Manifesta 12 nello specifico è stato individuato e scelto il recuperato Teatro Garibaldi ubicato nel quartiere Kalsa vicino alla Basilica della Magione, sede di quattro progetti particolari che coinvolgono singoli operatori, gruppi artistici della città e pubblico occasionale.

Il gran tour dell’arte di Manifesta si snoda a partire dall’Orto Botanico, luogo centrale della natura/cultura fondato nel 1789 punto di riferimento per lo studio e la conservazione di molte specie di flora esotica. L’immagine guida della manifestazione trova riscontro oggettivo nel dipinto ad olio su tela Veduta di Palermo (1875) opera del pittore siciliano ottocentesco Francesco Lo Jacono (Palermo,1838 -1915), dove nessuna specie vegetale raffigurata è autoctona ma proveniente dalle varie parti del mondo come l’Australia, il Giappone, il Medio Oriente e il Messico.

All’Orto Botanico sono presenti otto artisti con video e installazioni varie, pitture, grafici, opere immerse tra le serre e tra i giganteschi ficus, seminascoste tra i boschetti di bambù e le palme. Alberto Baraya(1968), Zheng Bo (1974), Leone Contini (1976), Malin Franzén (1982), Lungiswa Gqunta (1990), Toyn Ojih Odutola (1985), Khalil Rabah (1961), Michael Wang (1981).

Altro luogo espositivo è Palazzo Butera, grandiosa residenza settecentesca dei principi di Branciforte dove espongono sei artisti, Maria Thereza Alves (1961), Melanie Bonajo (1978) Uriel Orlow (1973), il collettivo americano Fallen Fruit, (fondato nel 2004), Renato Leotta (1982), Sergey Sapozhnikov (1984).

Altra sede di grande impatto riguarda Palazzo Forcella De Seta alla Kalsa, esposizione dal forte impegno politico e sociale con sette interventi che occupano i saloni moreschi che scandiscono le opere a partire del franco-algerino Kader Attia (1970), dell’irlandese John Garrad (1974) dell’olandese Patricia Kaersenhout (1966) e del collettivo Forensic Oceanography, fondato nel 2011 con sede a Londra, Erkan Ozgen (1971), The Peng! Collective, fondato nel 2013 a Berlino, Laura Poitras (1964).

Anche a Palazzo Ajutamicristo l’impegno politico e la denuncia si ripetono con maggiore incidenza. Questi gli artisti, James Bridle (1980) Tania Bruguera (1968), Lydia Ourahname (1992). Tra i luoghi espositivi meritevoli di attenzione si ricordano la Casa del Mutilato, Chiesa di S. Maria dello Spasimo, Chiesa SS. Euno e Giuliano, Oratorio del Rifugio dei Peccatori Pentiti, Giardino dei Giusti, Palazzo Costantino, Palazzo Trinacria, Parco Uditore, Fondazione di Padre Messina, Oratorio di San Lorenzo, Pizzo Sella, Costa Sud, Volpe Astuta e lo ZEN. Tra gli artisti espositori emergono per qualità progettuale il duo italiano Masbedo (fondato nel 1999), Yuri Ancarani (1972) e la spagnola Cristina Lucas (1973).

Calogero Barba

Sergey Sapozhnikov

Sergey Sapozhnikov

Tania Bruguera

Tania Bruguera

Fallen Fruit

Fallen Fruit

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